L’intento principale del progetto è stato quello di riallacciare lo stretto legame fra il Palazzo con la sua vita di corte e il territorio nel quale lo stesso è inserito (la Castellanza di Teglio). Inizialmente l’attenzione si è spostata dalla storica dimora alle proprietà che i “padroni di casa”, i Besta, possedevano nell’ambiente circostante. Questo ha proiettato alunni ed insegnanti fuori dalle mura, e li ha portati a realizzare una serie di uscite didattiche nei luoghi e negli spazi importanti per l’intento del progetto. La caratteristica importante è stata quella di partire dal palazzo per ritornarvi dopo un lungo peregrinare alla ricerca di tracce, documenti, conferme di quanto si andava studiando. Gli esperti, intervenuti in classe e durante le uscite didattiche, hanno aiutato i bambini a comprendere il periodo storico di riferimento, il Rinascimento, a conoscere la famiglia Besta e a riflettere sulle differenze fra oggi e il 1500.
Considerato che il teatro è una metodologia didattica adottata per far crescere nei ragazzi il desiderio di appropriazione di ruoli e situazioni significative, si è scelta la Divina Commedia, ed in particolare alcuni canti dell’Inferno, per ambientare a Palazzo Besta un’altra storia da tutti conosciuta ma spesso subita come “fardello”. L’aver chiamato alla rappresentazione moltissimi genitori, tanti curiosi e parecchi esperti di settore, ha consentito di avvicinare al monumento, ai progetti fatti dai ragazzi e alle possibilità offerte dal giardino del palazzo per costruire ulteriori occasioni di comunità e condivisione di un bene storico.